Il riscaldamento condominiale, soprattutto se centralizzato, è un tema particolarmente importante di cui si torna a discutere con l’arrivo del freddo.

Il riscaldamento condominiale può essere differente a seconda dello stabile in cui ci troviamo. Nei condomini, infatti, possiamo trovare due tipologie di riscaldamento. Il riscaldamento autonomo dove ogni singola unità immobiliare è dotata di una propria caldaia o altro mezzo atto a riscaldare gli ambienti. Oppure il riscaldamento centralizzato in cui tutto il condominio è servito dalla stessa caldaia, la cui gestione e manutenzione fa capo all’Amministratore di Condominio.

Con l’introduzione del D.Lgs 102/2014 il legislatore, rendendo obbligatoria la contabilizzazione del calore, ha portato una grossa rivoluzione nel riscaldamento centralizzato. Questo tipo di impianto è più gestibile dal singolo condomino, con la possibilità di variare le temperature nei singoli ambienti, mediante l’uso delle termovalvole montate sui singoli termosifoni. In questo modo è infatti possibile scegliere se riscaldare o meno una stanza ed aumentare o diminuire il calore emesso dal termosifone. 

Con Questa direttiva, il cui fine è comunque il risparmio energetico e di emissioni inquinanti, si è concesso anche ai singoli utenti del riscaldamento di poter variare la loro spesa a chiusura gestione per quanto riguarda il riscaldamento della propria unità immobiliare. 

Ripartizione delle spese per il riscaldamento centralizzato

Dall’entrata in vigore del D.Lgs 102/2014, la spesa relativa al riscaldamento non è più suddivisa per i millesimi della obsoleta tabella del riscaldamento, ma bensì suddivisa in due parti: una parte chiamata consumi involontari o quota fissa, ed una seconda chiamata consumi volontari. Vediamo nello specifico cosa è ricompreso in queste due quote.

  • Consumi involontari

I Consumi involontari sono quei consumi necessari al fine di mantenere a temperatura l’acqua presente nelle colonne montanti e nelle tubazioni dell’impianto fino ai punti di diramazione delle singole abitazioni. La spesa relativa a questo tipo di consumi viene ripartita in base ai nuovi millesimi redatti dal termotecnico in fase di progettazione. La percentuale dei consumi involontari varia in media tra un 20 ed un 30% delle spese vive per energia elettrica a servizio della centrale termica e combustibile. I condomini che si sono distaccati dall’impianto centralizzato installando un impianto di riscaldamento autonomo restano soggetti al pagamento  della quota di consumi involontari in quanto sempre comproprietari dell’impianto centrale.

  • Consumi volontari

I consumi volontari vengono suddivisi per l’effettivo consumo del riscaldamento, ovvero quanto segnato nei contabilizzatori dell’unità immobiliare. Detto importo varia dall’ 80 al 70% della spesa sostenuta per energia elettrica e combustibile.

Oltre alla più equa suddivisione delle spese di riscaldamento si è migliorato anche il comfort abitativo, a tutto vantaggio del risparmio energetico globale.

Accensione del riscaldamento

Dobbiamo ricordare infine che non vi è assoluta libertà nell’accensione del riscaldamento. Il D.P.R. 412 del 1993 indica il periodo ed il numero di ore per cui può essere acceso il riscaldamento in base alle zone climatiche. 

Per la città di Firenze sarà possibile accendere il riscaldamento dal 1 novembre al 15 Aprile con un massimo di 12 ore giornaliere. Sempre lo stesso D.P.R. Indica che gli impianti di riscaldamento debbano essere gestiti in modo che la temperatura interna non superi i 20 gradi centigradi. Il Comune, in caso di condizioni meteorologiche particolarmente avverse potrà derogare a quanto sopra indicato.